Lo studio è stato commissionato dal WWF all’ENEA per approfondire le possibilità di una transizione verso un modello basato su tecnologie e sistemi in grado di ridurre le emissioni di gas serra e, di conseguenza, l’impatto dei cambiamenti climatici – come indicato dal recente accordo di Parigi (COP21) e dagli impegni europei – ma anche di promuovere l’efficienza energetica, favorire lo sviluppo e l’innovazione del sistema produttivo e incrementare i livelli occupazionali, seguendo i principi di un’economia circolare. Non si tratta di un piano energetico regionale, ma dell’analisi di alcune opzioni che possono essere sviluppate e percorse da subito e avere piena attuazione nel corso di qualche decennio. L’obiettivo è l’individuazione di un modello di sviluppo green e low carbon che possa essere replicabile anche in altre realtà regionali e territoriali. Complessivamente sono state prese in considerazione oltre 30 opzioni tecnologiche e su 15 di esse è stata effettuata una valutazione degli impatti energetici, ambientali, economici ed occupazionali, arrivando ad una rosa di interventi, da promuovere in cinque settori strategici: fonti rinnovabili elettriche, rinnovabili termiche, accumulo elettrochimico in batterie, risparmio energetico nell’edilizia, sistema dei trasporti sostenibile. Secondo lo studio, l’insieme delle proposte consentirebbe alla Liguria di dimezzare le emissioni di CO2 pro-capite a circa 3,6 tonnellate di anidride carbonica equivalente (tCO2eq), rispetto a media nazionale attuale di circa 7,1 tCO2eq. Nei prossimi 15 anni, in Liguria potrebbero nascere oltre 4.500 nuovi posti di lavoro dalla transizione verso un modello green e low carbon dell’economia.

Liguria: proposte per un modello di sviluppo Nearly Zero Emissions

Velardi, Maria;Stefanoni, Marco;Conte, Mario;Caminiti, Natale Massimo
2016-01-01

Abstract

Lo studio è stato commissionato dal WWF all’ENEA per approfondire le possibilità di una transizione verso un modello basato su tecnologie e sistemi in grado di ridurre le emissioni di gas serra e, di conseguenza, l’impatto dei cambiamenti climatici – come indicato dal recente accordo di Parigi (COP21) e dagli impegni europei – ma anche di promuovere l’efficienza energetica, favorire lo sviluppo e l’innovazione del sistema produttivo e incrementare i livelli occupazionali, seguendo i principi di un’economia circolare. Non si tratta di un piano energetico regionale, ma dell’analisi di alcune opzioni che possono essere sviluppate e percorse da subito e avere piena attuazione nel corso di qualche decennio. L’obiettivo è l’individuazione di un modello di sviluppo green e low carbon che possa essere replicabile anche in altre realtà regionali e territoriali. Complessivamente sono state prese in considerazione oltre 30 opzioni tecnologiche e su 15 di esse è stata effettuata una valutazione degli impatti energetici, ambientali, economici ed occupazionali, arrivando ad una rosa di interventi, da promuovere in cinque settori strategici: fonti rinnovabili elettriche, rinnovabili termiche, accumulo elettrochimico in batterie, risparmio energetico nell’edilizia, sistema dei trasporti sostenibile. Secondo lo studio, l’insieme delle proposte consentirebbe alla Liguria di dimezzare le emissioni di CO2 pro-capite a circa 3,6 tonnellate di anidride carbonica equivalente (tCO2eq), rispetto a media nazionale attuale di circa 7,1 tCO2eq. Nei prossimi 15 anni, in Liguria potrebbero nascere oltre 4.500 nuovi posti di lavoro dalla transizione verso un modello green e low carbon dell’economia.
gen-2016
978-88-8286-372-2
Fonti rinnovabili;Programmazione Europea 2014-2020;Usi finali dell'energia;Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR);Mobilità sostenibile
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12079/5079
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