Saffaro, artista cui la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna ha dedicato nel 1986 la mostra antologica intitolata La descrizione del Tempo, traeva ispirazione dalla sua ricerca attorno al concetto di simmetria e di partizione regolare dello spazio, in due, tre o più dimensioni. Spesso le sue costruzioni geometriche si prestavano ad essere iterate, e davano risultati particolarmente significativi se tradotte in procedure eseguibili su un sistema CAD (Computer Aided Design). Quella di superare in qualche modo la finitezza della classe dei poliedri regolari era una sua aspirazione. A tale scopo, mostrò come mediante rotazioni e compenetrazioni di copie di un poliedro regolare si possano ottenere poliedri stellati con la stessa simmetria del poliedro di partenza. Per costruire altre famiglie di poliedri stellati, Saffaro si servì invece di poligoni stellati; assai significative sono, dal punto di vista artistico, anche la sue incursioni nel campo dei deltaedri e delle tassellature dello spazio e del piano. Fra queste ultime, Saffaro ne ideò due dotate di caratteristiche di autosimilitudine che le fanno appartenere alla famiglia dei frattali lineari, come la curva di Peano e il fiocco di neve della von Koch.
Saffaro, artista cui la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna ha dedicato nel 1986 la mostra antologica intitolata La descrizione del Tempo, traeva ispirazione dalla sua ricerca attorno al concetto di simmetria e di partizione regolare dello spazio, in due, tre o più dimensioni. Spesso le sue costruzioni geometriche si prestavano ad essere iterate, e davano risultati particolarmente significativi se tradotte in procedure eseguibili su un sistema CAD (Computer Aided Design).Quella di superare in qualche modo la finitezza della classe dei poliedri regolari era una sua aspirazione. A tale scopo, mostrò come mediante rotazioni e compenetrazioni di copie di un poliedro regolare si possano ottenere poliedri stellati con la stessa simmetria del poliedro di partenza.Per costruire altre famiglie di poliedri stellati, Saffaro si servì invece di poligoni stellati; assai significative sono, dal punto di vista artistico, anche la sue incursioni nel campo dei deltaedri e delle tassellature dello spazio e del piano. Fra queste ultime, Saffaro ne ideò due dotate di caratteristiche di autosimilitudine che le fanno appartenere alla famiglia dei trattati lineari, come la curva di Peano e il fiocco di neve della von Koch.
Il mondo geometrico di Lucio Saffaro
Cavazzini, E.;
2002-07-01
Abstract
Saffaro, artista cui la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Bologna ha dedicato nel 1986 la mostra antologica intitolata La descrizione del Tempo, traeva ispirazione dalla sua ricerca attorno al concetto di simmetria e di partizione regolare dello spazio, in due, tre o più dimensioni. Spesso le sue costruzioni geometriche si prestavano ad essere iterate, e davano risultati particolarmente significativi se tradotte in procedure eseguibili su un sistema CAD (Computer Aided Design). Quella di superare in qualche modo la finitezza della classe dei poliedri regolari era una sua aspirazione. A tale scopo, mostrò come mediante rotazioni e compenetrazioni di copie di un poliedro regolare si possano ottenere poliedri stellati con la stessa simmetria del poliedro di partenza. Per costruire altre famiglie di poliedri stellati, Saffaro si servì invece di poligoni stellati; assai significative sono, dal punto di vista artistico, anche la sue incursioni nel campo dei deltaedri e delle tassellature dello spazio e del piano. Fra queste ultime, Saffaro ne ideò due dotate di caratteristiche di autosimilitudine che le fanno appartenere alla famiglia dei frattali lineari, come la curva di Peano e il fiocco di neve della von Koch.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.