LHC confirmed many theoretical predictions, dating back to the second half of the 20th century. In addition to confirming the most striking one, namely proving the existence of the Brout-Englert-Higgs (BEH) boson, others – even though with minor emphasis from the media, because accurately appreciated only by experts – have been completing a theoretical framework, consolidated since the ’70 and ’80 years. In particular, the existence of baryons made up of 2 heavy quarks has been confirmed by the analysis of experimental data and discussion about producing baryons with a possible even larger mass has just started. The production mechanism is characterized by a process that implies the “fusion” of two baryons with only one heavy quark, the formation of an exotic state with six quarks, then the associated decay into a nucleon plus a baryon with two heavy quarks and a significant energy release, due to the mass difference between initial particles and those produced from the decay. Since some speculations raised on exploiting such a new source of energy, we will discuss whether there are conditions to effectively guarantee such a use.
LHC ha confermato molte previsioni teoriche, che datavano alla seconda metà del 900. A parte la più eclatante, ovvero la prova dell’esistenza del bosone BEH (Brout-Englert-Higgs), altre, se pure con minore enfasi mediatica perché note solo agli addetti ai lavori, stanno completando un quadro teorico che si era consolidato tra gli anni 70 e 80. In particolare l’esistenza di barioni costituiti da 2 quark pesanti, sono stati confermati dall’analisi dei dati sperimentali e si è cominciato a discutere della possibile produzione di barioni di massa ancora maggiore. Il meccanismo di produzione è caratterizzato da un processo che implica la “fusione” di due barioni con un solo quark pesante, la formazione di uno stato esotico a sei quark, il relativo decadimento in un nucleone, un barione contenente due quark pesanti e un significativo rilascio di energia, dovuto alla differenza di massa tra le particelle iniziali e quelle di decadimento. Poiché si è speculato su un possibile uso di tale“nuova fonte” di energia, discuteremo se esistano le condizioni che ne garantiscano un effettivo utilizzo.
Fusione dei quark pesanti. Una nuova e più efficace sorgente di energia?
Tuccillo, A.;Nguyen, F.;Dattoli, G.
2018-04-01
Abstract
LHC ha confermato molte previsioni teoriche, che datavano alla seconda metà del 900. A parte la più eclatante, ovvero la prova dell’esistenza del bosone BEH (Brout-Englert-Higgs), altre, se pure con minore enfasi mediatica perché note solo agli addetti ai lavori, stanno completando un quadro teorico che si era consolidato tra gli anni 70 e 80. In particolare l’esistenza di barioni costituiti da 2 quark pesanti, sono stati confermati dall’analisi dei dati sperimentali e si è cominciato a discutere della possibile produzione di barioni di massa ancora maggiore. Il meccanismo di produzione è caratterizzato da un processo che implica la “fusione” di due barioni con un solo quark pesante, la formazione di uno stato esotico a sei quark, il relativo decadimento in un nucleone, un barione contenente due quark pesanti e un significativo rilascio di energia, dovuto alla differenza di massa tra le particelle iniziali e quelle di decadimento. Poiché si è speculato su un possibile uso di tale“nuova fonte” di energia, discuteremo se esistano le condizioni che ne garantiscano un effettivo utilizzo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
RT-2018-08-ENEA.pdf
accesso aperto
Licenza:
Creative commons
Dimensione
2.53 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.53 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.