Nel corso di incidenti al reattore il combustibile nucleare può essere sottoposto ad un’ampia varietà di condizioni. Queste ultime sono di natura dinamica e, nel corso di un incidente, il combustibile potrebbe essere esposto a temperature variabili tra 600 e 2400°C, come pure ad ambienti che vanno da altamente ossidanti a debolmente riducenti. L’esposizione del combustibile nucleare a questi ambienti e temperature diverse influenza le modalità di rilascio dei prodotti di fissione. Questi ultimi vengono raggruppati, a fini pratici, in gruppi di prodotti, a seconda del loro comportamento in caso di incidente. Nel presente rapporto viene analizzato quanto accade a seguito del contatto diretto di alcune sostanze – derivanti dalla fissione del combustibile UO2 – con il refrigerante (piombo fuso) in un reattore a piombo. Le prove sperimentali evidenziano come, per le sostanze chimiche prese in esame (ossido di cerio, cloruro di cesio, antimonio metallico), non ci sia interazione di tipo chimico, e le stesse si limitino a “galleggiare” sul refrigerante liquido. Vengono anche formulate delle ipotesi su ciò che accadrebbe se si prendesse in esame l’ossido di uranio.

Analisi di fattibilità per prove di interazione chimica tra refrigerante e combustibile nei laboratori della Casaccia

Fedeli, Carlo;Abbate, Giulia;
2012-09-17

Abstract

Nel corso di incidenti al reattore il combustibile nucleare può essere sottoposto ad un’ampia varietà di condizioni. Queste ultime sono di natura dinamica e, nel corso di un incidente, il combustibile potrebbe essere esposto a temperature variabili tra 600 e 2400°C, come pure ad ambienti che vanno da altamente ossidanti a debolmente riducenti. L’esposizione del combustibile nucleare a questi ambienti e temperature diverse influenza le modalità di rilascio dei prodotti di fissione. Questi ultimi vengono raggruppati, a fini pratici, in gruppi di prodotti, a seconda del loro comportamento in caso di incidente. Nel presente rapporto viene analizzato quanto accade a seguito del contatto diretto di alcune sostanze – derivanti dalla fissione del combustibile UO2 – con il refrigerante (piombo fuso) in un reattore a piombo. Le prove sperimentali evidenziano come, per le sostanze chimiche prese in esame (ossido di cerio, cloruro di cesio, antimonio metallico), non ci sia interazione di tipo chimico, e le stesse si limitino a “galleggiare” sul refrigerante liquido. Vengono anche formulate delle ipotesi su ciò che accadrebbe se si prendesse in esame l’ossido di uranio.
17-set-2012
Rapporto tecnico;Prodotti di fissione;Combustibile nucleare;Reattori nucleari veloci;Tecnologia del piombo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12079/7434
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