Partendo dall’intenzione di effettuare un monitoraggio ambientale nei laboratori di prova delle batterie e dei sistemi di accumulo, finalizzato ad implementare i disposti del Titolo IX (Sostanze pericolose) del D.Lgs. 81/08, sono state poste in essere le necessarie attività finalizzate alla identificazione dei pericoli e valutazione dell’esposizione, vale a dire la descrizione delle attività svolte nei laboratori di prova, l’ inventario dei prodotti chimici, il modo d’uso e la durata dell’esposizione. In particolare, è proprio l’inventario dei prodotti chimici a porsi come trade union con le necessità di una corretta progettazione della Sala Batterie della ATB di Bergamo, destinata ad accogliere il sistema di accumulo elettrico messo a punto dai laboratori del CR Casaccia nell’ambito di questo progetto.

Questo studio nasce dall’incontro di due culture avvenuto nei laboratori del CR Casaccia: quella della Ricerca&Sviluppo (Research and Development: R&D) e quella della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro (Health and Safety at Work: H&S) che deriva da un obbligo giuridico sancito, ad oggi, dal ben noto decreto legislativo n. 81/08 e dalle sue modifiche ed integrazioni. Alla base di questo incontro, vi è la personale convinzione che la H&S può essere vista come un investimento, piuttosto che come un costo. Specialmente in un Ente di Ricerca come l’ENEA. Un servizio per i lavoratori, un obbligo di legge, ma è anche un servizio all’ Innovazione tecnologica nei vari settori di competenza dell’Agenzia: la diffusione della cultura della sicurezza, e il suo riversamento nell’innovazione tecnologica che proviene dai laboratori di ricerca e nella progettazione di nuovi, può influenzarne i contenuti e i risultati. E questo equivale a immettere sul mercato idee ed innovazione tecnologica sostenibili e sicuri sia per la salute umana che per l’ambiente, scartando a priori idee progettuali sicuramente non sostenibili da questi punti di vista. La cultura R&D è qui rappresentata dal laboratorio UTTEI-VEBIM presso il quale è stato sviluppato il sistema di accumulo elettrico destinato alla ATB per alimentare la funicolare di Bergamo. Mentre quella H&S è rappresentata dal Servizio di Prevenzione e Protezione del CR Casaccia (CAS-SPP) e in particolare dalla scrivente, in qualità di referente per il rischio chimico, cancerogeno e biologico. Partendo dall’intenzione di effettuare un monitoraggio ambientale nei laboratori di prova delle batterie e dei sistemi di accumulo, finalizzato ad implementare i disposti del Titolo IX (Sostanze pericolose) del D.Lgs. 81/08, sono state poste in essere le necessarie attività finalizzate alla identificazione dei pericoli e valutazione dell’esposizione, vale a dire la descrizione delle attività svolte nei laboratori di prova, l’ inventario dei prodotti chimici, il modo d’uso e la durata dell’esposizione. In particolare, è proprio l’inventario dei prodotti chimici a porsi come trade union con le necessità di una corretta progettazione della Sala Batterie della ATB di Bergamo, destinata ad accogliere il sistema di accumulo elettrico messo a punto dai laboratori del CR Casaccia nell’ambito di questo progetto. In questo caso non vengono manipolati direttamente prodotti chimici e in apparenza non è presente alcun rischio chimico, ferma restando l’espserienza – peraltro abbondantemente normata – dell’esercizio di sistemi realizzati con batterie al piombo. In realtà, nell’ambiente di lavoro sono presenti i prodotti chimici di cui sono fatte le batterie che, notoriamente, sono un sistema che consente di produrre energia elettrica a seguito di un processo elettrochimico. Le batterie Litio-ione sono celle elettrochimiche sigillate: sistemi chiusi, dal punto di vista termodinamico, che scambiano solo energia con l’ambiente esterno. Ma violando, per qualunque motivo, il contenitore di queste celle, è possibile un riversamento nell’ambiente dei prodotti chimici in esse contenuti o di prodotti di decomposizione o altri prodotti che sono il risultato di miscelazione di detti componenti e/o di reazione con l’aria e l’umidità in essa presente, con cui vengono in contatto. Distinguiamo perciò le situazioni di normale funzionamento da quelle di guasto e/o evento accidentale. Inoltre, lo scambio di energia con l’ambiente (calore e corrente) può provocare reazioni “secondarie” di cui in genere non si tiene conto con formazione di prodotti indesiderati, che potrebbero essere pericolosi per la salute e la sicurezza delle persone che operano in prossimità di tali dispositivi: un utilizzatore, un operatore, ecc. Sono documentati alcuni fenomeni come le presenza di rigonfiamenti durante le condizioni d’uso, le possibili sovrapressioni che portano alcuni costruttori a munire le pile di sistemi di sfogo (vent systems), possibili perdite nel caso di superamento dei range di temperatura progettuali di esercizio, ed altri. Si tratta di fenomeni che vanno caratterizzati.

Studio preliminare di sicurezza di un sistema di accumulo elettrico realizzato con celle Litio-ione

Di Bari, Cinzia
2011-09-30

Abstract

Partendo dall’intenzione di effettuare un monitoraggio ambientale nei laboratori di prova delle batterie e dei sistemi di accumulo, finalizzato ad implementare i disposti del Titolo IX (Sostanze pericolose) del D.Lgs. 81/08, sono state poste in essere le necessarie attività finalizzate alla identificazione dei pericoli e valutazione dell’esposizione, vale a dire la descrizione delle attività svolte nei laboratori di prova, l’ inventario dei prodotti chimici, il modo d’uso e la durata dell’esposizione. In particolare, è proprio l’inventario dei prodotti chimici a porsi come trade union con le necessità di una corretta progettazione della Sala Batterie della ATB di Bergamo, destinata ad accogliere il sistema di accumulo elettrico messo a punto dai laboratori del CR Casaccia nell’ambito di questo progetto.
30-set-2011
Questo studio nasce dall’incontro di due culture avvenuto nei laboratori del CR Casaccia: quella della Ricerca&Sviluppo (Research and Development: R&D) e quella della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro (Health and Safety at Work: H&S) che deriva da un obbligo giuridico sancito, ad oggi, dal ben noto decreto legislativo n. 81/08 e dalle sue modifiche ed integrazioni. Alla base di questo incontro, vi è la personale convinzione che la H&S può essere vista come un investimento, piuttosto che come un costo. Specialmente in un Ente di Ricerca come l’ENEA. Un servizio per i lavoratori, un obbligo di legge, ma è anche un servizio all’ Innovazione tecnologica nei vari settori di competenza dell’Agenzia: la diffusione della cultura della sicurezza, e il suo riversamento nell’innovazione tecnologica che proviene dai laboratori di ricerca e nella progettazione di nuovi, può influenzarne i contenuti e i risultati. E questo equivale a immettere sul mercato idee ed innovazione tecnologica sostenibili e sicuri sia per la salute umana che per l’ambiente, scartando a priori idee progettuali sicuramente non sostenibili da questi punti di vista. La cultura R&D è qui rappresentata dal laboratorio UTTEI-VEBIM presso il quale è stato sviluppato il sistema di accumulo elettrico destinato alla ATB per alimentare la funicolare di Bergamo. Mentre quella H&S è rappresentata dal Servizio di Prevenzione e Protezione del CR Casaccia (CAS-SPP) e in particolare dalla scrivente, in qualità di referente per il rischio chimico, cancerogeno e biologico. Partendo dall’intenzione di effettuare un monitoraggio ambientale nei laboratori di prova delle batterie e dei sistemi di accumulo, finalizzato ad implementare i disposti del Titolo IX (Sostanze pericolose) del D.Lgs. 81/08, sono state poste in essere le necessarie attività finalizzate alla identificazione dei pericoli e valutazione dell’esposizione, vale a dire la descrizione delle attività svolte nei laboratori di prova, l’ inventario dei prodotti chimici, il modo d’uso e la durata dell’esposizione. In particolare, è proprio l’inventario dei prodotti chimici a porsi come trade union con le necessità di una corretta progettazione della Sala Batterie della ATB di Bergamo, destinata ad accogliere il sistema di accumulo elettrico messo a punto dai laboratori del CR Casaccia nell’ambito di questo progetto. In questo caso non vengono manipolati direttamente prodotti chimici e in apparenza non è presente alcun rischio chimico, ferma restando l’espserienza – peraltro abbondantemente normata – dell’esercizio di sistemi realizzati con batterie al piombo. In realtà, nell’ambiente di lavoro sono presenti i prodotti chimici di cui sono fatte le batterie che, notoriamente, sono un sistema che consente di produrre energia elettrica a seguito di un processo elettrochimico. Le batterie Litio-ione sono celle elettrochimiche sigillate: sistemi chiusi, dal punto di vista termodinamico, che scambiano solo energia con l’ambiente esterno. Ma violando, per qualunque motivo, il contenitore di queste celle, è possibile un riversamento nell’ambiente dei prodotti chimici in esse contenuti o di prodotti di decomposizione o altri prodotti che sono il risultato di miscelazione di detti componenti e/o di reazione con l’aria e l’umidità in essa presente, con cui vengono in contatto. Distinguiamo perciò le situazioni di normale funzionamento da quelle di guasto e/o evento accidentale. Inoltre, lo scambio di energia con l’ambiente (calore e corrente) può provocare reazioni “secondarie” di cui in genere non si tiene conto con formazione di prodotti indesiderati, che potrebbero essere pericolosi per la salute e la sicurezza delle persone che operano in prossimità di tali dispositivi: un utilizzatore, un operatore, ecc. Sono documentati alcuni fenomeni come le presenza di rigonfiamenti durante le condizioni d’uso, le possibili sovrapressioni che portano alcuni costruttori a munire le pile di sistemi di sfogo (vent systems), possibili perdite nel caso di superamento dei range di temperatura progettuali di esercizio, ed altri. Si tratta di fenomeni che vanno caratterizzati.
Scheda di sicurezza;Sistemi di accumulo Litio-ione;Sicurezza;Safety Review;REACH
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